No alla violenza sulle donne
Il 25 novembre è la giornata contro la violenza sulle donne. Quest’anno sarà una giornata particolarmente amara e dolorosa, per il recentissimo assassinio della giovanissima Giulia.
Giulia Cecchettin era una ragazza dolce e solare, una studentessa bravissima a cui si riconosceva una intelligenza superiore alla media, che aveva già presentato una tesi innovativa in ingegneria biomedica, tesi già approvata dalla relatrice e in attesa della seduta laurea. Una ragazza semplice, sobria, capace e profonda, nata e crescita in una famiglia dai valori solidi, che già l’anno scorso aveva dovuto affrontare la perdita della amatissima madre, ed aveva reagito con la forza d’animo che la contraddistingueva.
Ed è sta proprio la sua incipiente laurea a far scattare la violenza feroce di un maschio che non sopportava che lei fosse più brava, più intelligente e più autonoma, e che, nonostante i suoi rifiuti, pretendeva di continuare con lei una relazione ormai finita.
Giulia è la 106 esima donna uccisa in questo anno. Per 106 donne uccise ci sono 106 uomini assassini, la stragrande maggioranza dei quali aveva legami affettivi con le vittime; la stragrande maggioranza dei quali, prima del delitto, venivano descritti come “bravi ragazzi”.
Non possiamo più sopportare tutto ciò, non può continuare questa strage! Bisogna parlarne, bisogna fare educazione affettiva nelle scuole, bisogna abituare i maschi a sopportare i no e i rifiuti, bisogna far loro capire che non possono avere tutto e non possono stroncare la libertà delle donne, e la loro stessa vita. E bisogna farlo cominciando da piccoli, nelle scuole e nelle famiglie, con un lavoro capillare
Per questa ragione, la giornata contro la violenza sulle donne non deve più essere una questione di donne; siano finalmente gli uomini a scendere in campo e in piazza per primi, a protestare e a ribellarsi contro chi maschera la propria debolezza con la violenza.
Agli uomini dico: quando sentite un amico, un collega o un parente fare una battuta contro una donna, siate voi i primi a fermarlo. E se qualcuno rivolge a una donna “complimenti” imbarazzanti, fatelo tacere. E se un vostro amico o collega o parente manifesta gelosia ossessiva contro una donna, cercate di parlarci e di fermarlo, e se non basta denunciatelo.
Da questa tragedia possiamo uscire solo tutti insieme, uomini e donne, riscoprendo relazioni basate sulla libertà e sul rispetto. La libertà, quel concetto per cui tanti hanno lottato e che alcuni oggi vorrebbero togliere alle donne
Dobbiamo tutti impegnarci in memoria di Giulia e di tutte le donne assassinate per mano di chi avrebbe dovuto amarle
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